Il tempo si sa è galantuomo.
E in un mondo in cui tutti urlano le proprie ragioni”, ammesso che ne abbiano, Confabitare ha intrapreso, senza alcuna incertezza, la strada dell’impegno serio e costante, senza urla e slogan di facciata.
Tempo perso.
Assolutamente no, visti i risultati! Magari il mondo dei Media ancora fatica a capire la differenza fra “gridare e fare”, forse sui social contano più i “like” dei fatti. Forse.
Ma forse il mondo, quello vero, quello in cui tutti noi viviamo ogni giorno, è un’altra cosa. E a noi piace pensare che, a dispetto della vulgata, la serietà ripaghi. Magari col tempo. Ma ripaga!
Nel corso del difficile biennio 2020-2021 Confabitare – in mezzo ai soliti noti che “gridavano” sui social e nei media ma che, alla prova dei fatti, non sono quasi mai pervenuti – ha scelto di farsi portavoce con il Governo (Conte prima, Draghi poi) e le varie Istituzioni pubbliche, delle istanze della proprietà immobiliare, con lo scopo di collaborare con loro al miglioramento delle norme di riferimento del settore. Un impegno serio, costante, il nostro, portato avanti senza troppi clamori, ma nella certezza che la serietà, in qualche modo, avrebbe pagato.
E se il Governo Conte ha scelto la via della non collaborazione e del “silenzio assordante” alle istanze ed alle sofferenze della proprietà immobiliare (in molti casi dallo stesso causate), il Governo Draghi ha, invece, decisamente “virato la barra”.
E a chi è fermamente convinto che le battaglie si facciano sempre e solo gridando sui social, noi rispondiamo con i fatti: è grazie solamente a Confabitare se, con l’accoglimento in pieno della proposta di emendamento predisposta dal nostro Centro Studi, il Governo Draghi ha riavviato, a partire dal 1° luglio 2021, l’esecuzione degli sfratti, così come ha ritenuto – in materia di PNRR – di ascoltare solo coloro che avevano dimostrato serietà e impegno. Come Confabitare, appunto.
E se il 2021 è stato l’anno della ripartenza dopo la pandemia, il 2022 è iniziato con molte speranze prima, con un’autentica tragedia poi: la guerra in Ucraina, infatti, oltre a morte e distruzione, ha creato una spaventosa crisi dei prezzi e, soprattutto, una selvaggia speculazione sui mercati dell’energia.
Una situazione che ha, inevitabilmente, colpito un settore quello immobiliare già fortemente in crisi dopo il Covid, mettendo in ginocchio molte attività come numerose famiglie.
Una crisi che, inevitabilmente, colpisce anche le locazioni, perché sempre più sono le persone o le attività che non possono far fronte al calo di ordini o vendite e agli affitti e, soprattutto, alle spese impazzite, creando un sistema che, nel 2023, se non cambieranno gli scenari, potrebbe anche sfuggire ad ogni controllo.
Il danno per i locatori, anche in questo caso, sarebbe enorme anche perché, non dimentichiamolo, spesso sono persone che con quel reddito ci vivono.
Eppure, ci piace ricordare come ancora una volta siano stati e sono i proprietari immobiliari a dover “calmierare” – spesso rinunciando a parte degli affitti per garantire “ossigeno” ai conduttori – un mercato che è a rischio implosione e nel quale, purtroppo, l’intervento pubblico troppo spesso è finalizza to unicamente a fare di loro l’unico “welfare” del settore.
Una vera e propria socialità pubblica, sì, ma a spese solo di alcuni privati. In questa seconda parte del 2022 abbiamo affrontato, non senza timori e incertezze, una delle elezioni più strane che il nostro Paese abbia visto negli ultimi trent’anni.
Nessuno le voleva, ma sembra che tutti, o quasi tutti, ci abbiano messo del loro per far cadere il Governo Draghi, con vivo sconcerto di tutti, non solo degli italiani.
E se è cambiato il Governo e buona parte del Parlamento, a livello istituzionale, quello che non è affatto cambiato è l’impegno, serio, costante ed infaticabile, di Confabitare.
E cosi, mentre ancora fervevano i lavori di preparazione della nostra convention annuale, abbiamo avviato i primi contatti con il Governo Meloni, come sempre con “zero chiacchiere” e molte proposte di collaborazione e con iniziative innovative, come ad esempio la richiesta di istituire il Vice Ministro per la Casa, piuttosto che la necessità da noi evidenziata di convocazione sia di un tavolo delle Organizzazioni sindacali della proprietà e dell’inquilinato, che riveda ed aggiorni l’Accordo nazionale del 25 ottobre 2016, sia un tavolo con le principali Organizzazioni di categoria del mondo produttivo e commerciale, per studiare insieme le possibili misure di contrasto alla crisi degli affitti commerciali. Insomma, ancora una volta fatti concreti.
Ci ascolteranno? Seguiranno i nostri consigli? Non lo sappiamo e non sta a noi dirlo. Quello che è certo è che Confabitare non si ferma e “lotterà con tutte le sue forze” per essere sempre al fianco dei proprietari immobiliari.
Articolo estratto dal Periodico Confabitare
Si ringrazia
Avv. Luca Capodiferro
Presidente centro studi
Confabitare