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Il bello del Superbonus: il caso di Emo Gruppioni e l’ascensore che ti cambia la vita (e la casa)

Emo Gruppioni

Con l’impegno di Confabitare è stata risolta positivamente la vicenda del disabile costretto in casa da quindici anni, usufruendo del Bonus.

Si è conclusa positivamente la vicenda di Emo Gruppioni, disabile costretto in casa da quindici anni, che grazie al contributo di Confabitare ha ottenuto l’ascensore usufruendo delle agevolazioni del 110% sulla ristrutturazione del suo palazzo. “Una tessera che rinnovo con piacere è proprio quella di Confabitare” commenta così la figlia Elisa. Non è stato facile per lei, figlia unica, affrontare questi mesi fra problematiche tecniche, burocratiche e problemi con un condomino; a cui si sommano anni di disabilità dei genitori e il suo lavoro da portare avanti. Elisa, benché sposata, abita assieme ai genitori per poterli accudire poiché una badante non basta vista la situazione di disabilità di entrambi. Emo, il padre è senza dubbio quello che richiede maggiori cure, è disabile da quarant’anni e da quindici non esce di casa perché l’ascensore non era fra le priorità del palazzo. Ma ecco che si fa avanti il tanto contestato Superbonus 110%, che per alcuni palazzi, come quello dei Gruppioni è stato una grande opportunità. Elisa riesce ad inserire l’ascensore che per il padre “rappresenta la vita” come da lui stesso dichiarato, all’interno dei lavori nel superbonus 110%, ma un condomino contesta l’installazione. Avere l’ascensore nel palazzo è nuovamente un miraggio fino a quando Elisa si rivolge a Confabitare per chiedere supporto. Sono mesi difficili, manca la conferma del comune per poter installare un ascensore di dimensioni leggermente inferiori, l’allora Sindaco di Bologna Virginio Merola, fa sentire la sua vicinanza alla famiglia, e comunica personalmente che la possibilità è confermata. Emo può finalmente scendere al piano terra utilizzando l’ascensore. I Gruppioni sono increduli fino alla fine: “ci credo solo quando lo vedo andare su e giù” dichiarò Emo. Emo, benché molto malato, non ha mai perso la voglia di scherzare tanto che quando non cera ancora nessuna certezza circa l’installazione dell’ascensore, scendendo dall’ambulanza e facendosi accompagnare nella sua abitazione al terzo piano del suo palazzo da due volontarie che lo sostenevano sulla carrozzina, aveva invitato i giornalisti e i suoi sostenitori per un brindisi, qualora ‘ascensore fosse stato installato. Quel giorno è arrivato, e a maggio di quest’anno, Emo è potuto finalmente scendere con l’ascensore al piano terra accompagnato dalla figlia Elisa e dal Presidente Nazionale di Confabitare, Alberto Zanni e come promesso, ha organizzato un brindisi con i volontari e con chi gli è stato vicino in questo momento difficile. Il caso di Emo ha creato un precedente giuridico, in quanto finora non si sapeva che anche gli ascensori in deroga, ovvero con dimensioni ridotte rispetto alla legge 13 del 1989, potessero rientrare nell’abbattimento barriere architettoniche. “Quando Elisa ci ha messo al corrente della vicenda – commenta Alberto Zanni, Presidente Nazionale di Confabitare – Confabitare si è subito attivata e non ha più mollato la presa. Dopo il nostro intervento, il caso è finito su giornali e tv nazionali, si sono scomodati politici e cantanti, sono scese in campo istituzioni e aziende in una gara di solidarietà che alla fine è risultata vincente. Nel maggio scorso Emo ha inaugurato l’ascensore ed è sceso nel cortile condominiale tra gli applausi di una piccola folla. Noi eravamo li, accanto a lui, fieri di aver vinto insieme una battaglia lunga e difficile, a dimostrazione che qualsiasi barriera, architettonica o sociale, può essere abbattuta se lo si vuole davvero. Sono particolarmente orgoglioso di questo risultato perché era un caso difficile sotto tanti aspetti, dunque le possibilità di fallimento esistevano. Coi nostri professionisti abbiamo affrontato ogni singolo passaggio, pretendendo chiarezza, fino ad arrivare al risultato di oggi. Confabitare ha 50mila iscritti in tutta Italia, le esigenze sono tante e di conseguenza anche i servizi che proponiamo alle persone. Supportiamo i nostri soci in ambiti che vanno anche molto oltre le problematiche tecniche della casa in senso stretto”. “Una conquista che pensavamo impossibile visti tutti gli ostacoli che abbiamo avuto, partendo da chi non lo voleva, alle difficoltà burocratiche legate al 110% e alle svariate porte in faccia che avrebbero fatto arrendere chiunque, anche me, se non avessi avuto l’aiuto di tanti a partire da Confabitare. Mio padre ci tiene tanto a ringraziare J.Ax, le istituzioni a partire dai sindaci di Bologna che nel frattempo si sono avvicendati: Merola e Lepore, che l’hanno chiamato personalmente per informarlo sulla fattibilità, e la stampa, che ha dato spazio al suo caso, ovviamente anche io e mia madre siamo molto grate. Tutti questi interventi ci hanno fatto sentire meno soli, infatti sono arrivate tantissime telefonate di supporto che ci hanno fatto commuovere”, commenta Elisa Gruppioni, figlia di Emo.

Articolo estratto dal Periodico Confabitare